ospedalinburkina
Sito Ufficiale dell'Associazione "Ospedali in Burkina" onlus - Brescia - Italia
  • Home
  • Finalità della Associazione
  • Storia dell' Associazione
  • Come sostenerci
  • Attività svolta
    • attività chirurgica 2008-2011
    • attività chirurgica 2012-2013
    • attività chirurgica 2013-2014
    • attività chirurgica 2014-2015
  • Adozioni a distanza
    • storie di adozione
  • Il Burkina
    • La famiglia
    • I bambini
    • Il lavoro
    • L' acqua
    • I mercati
    • Gli animali
    • Le malattie
    • La vegetazione
    • La religione
    • Il turismo
    • Proverbi
  • Progetti e Realizzazioni
    • La Pediatria
    • La nuova Degenza
    • La Radiologia
    • La nuova Sala Operatoria
    • La Maternità
  • Esperienze
  • Storie
  • Ultime notizie
    • Attività 2020
  • Ricordi ed altro
  • Contattaci
  • Sostenitori

La famiglia, il villaggio

Immagine
La famiglia è la struttura portante del popolo burkinabè.
Il concetto di famiglia in Africa è diverso dal nostro attuale in occidente. Potremmo semplificare dicendo che si tratta di una “famiglia allargata”, dove i legami di sangue vengono superati e sostituiti dalla parentela. Quando un burkinabè fa riferimento alla sua famiglia intende e comprende anche i cugini, gli zii, i nipoti e soprattutto i nonni, ecc. Quindi non più una famiglia ristretta nel senso nostro, ma la comunità del villaggio. La famiglia è una istituzione molto forte e vitale, dove tutti hanno un ruolo tradizionalmente definito e ognuno conosce i propri doveri.
Non è concepibile in Africa, in linea generale, la vita da soli; la solitudine, l’isolarsi dalla comunità è vista come una disgrazia o punizione. In un ambiente dove le difficoltà della vita sono enormi, la società reagisce aggregandosi in modo forte, per consolidare le difese nelle necessità. La comunità è disponibile ad aiutare ma al contempo chiede la disponibilità del singolo ad aiutare gli altri membri della “famiglia”.
La famiglia tende ad unirsi il più spesso possibile e trascorrere il maggior tempo insieme; lo stare insieme è uno
dei valori fondamentali, che tutti cercano di rispettare. Abitare insieme o perlomeno vicini è essenziale: molti sono i lavori che si possono fare collettivamente, altrimenti non si sopravvive.
La sera, quando l’oscurità improvvisamente prende il sopravvento sulla luce, l’individuo si sente isolato,disorientato e tende ancor più a cercare il proprio simile e stare in compagnia: le prime ore della notte sono il momento più conviviale, magari sotto la protezione di un albero, forse l’unico del villaggio. Nessuno vuol stare solo. I bambini non vanno a dormire prima dei grandi: il sonno è un passaggio che si fa tutti i insieme, con la famiglia e il villaggio.
Il bambino viene allevato in famiglia, ma via via che cresce vede che i confini del suo mondo sociale si allargano ad altre famiglie e che queste famiglie formano un clan. Il clan è costituito dalle famiglie che si riconoscono in un antenato comune.
Infatti grande importanza hanno le tradizioni e gli antenati, che sono visti ancora come “presenti” per dare consigli e risolvere i problemi, con la loro esperienza. Irritare gli antenati con un comportamento sbagliato vuol dire esporsi al rischio di attirare sul clan numerose sciagure
.
L’incontro fra due africani avviene di solito con grandi strette di mano, richiesta di notizie dei parenti più stretti e non, con una vera e propria rituale litania di saluti. Se non si conoscono cercano di individuare nelle loro parentele un legame anche alla lontana, in modo da stabilire un rapporto più stretto; il tutto accompagnato da fragorose risate, per gioire dei legami ritrovati, perché niente accomuna di più quanto il ridere insieme.



Immagine
Powered by Create your own unique website with customizable templates.