Chi siamo
"OSPEDALI IN BURKINA" è una Associazione ONLUS che si è costituita nel febbraio del 2007 a Brescia per dare un aiuto alla popolazione del Burkina Faso, in centro Africa, paese che vive tuttora in condizioni di estrema povertà.
Un chirurgo bresciano, il Dottor Gualtiero DANIELI, dopo un viaggio esplorativo nel 2006 in Burkina, rendendosi conto della grave situazione delle condizioni sanitarie presenti in quel paese, con altri soci costituisce l'Associazione per dare assistenza sanitaria a queste persone soprattutto in ambito chirurgico ospedaliero.
Dal 2008 il Dottor Danieli si reca in Burkina, nel villaggio di Koupela, per circa 6-7 mesi l'anno insieme alla moglie Marisa, per organizzare il succedersi di missioni chirurgiche e organizzarne l'attività assistenziale.
Un chirurgo bresciano, il Dottor Gualtiero DANIELI, dopo un viaggio esplorativo nel 2006 in Burkina, rendendosi conto della grave situazione delle condizioni sanitarie presenti in quel paese, con altri soci costituisce l'Associazione per dare assistenza sanitaria a queste persone soprattutto in ambito chirurgico ospedaliero.
Dal 2008 il Dottor Danieli si reca in Burkina, nel villaggio di Koupela, per circa 6-7 mesi l'anno insieme alla moglie Marisa, per organizzare il succedersi di missioni chirurgiche e organizzarne l'attività assistenziale.
Dove operiamo
Koupèla, una cittadina ad est del Burkina-Faso nella regione del Kourittenga, è situata
all’incrocio di strade molto trafficate dirette verso il Togo, il Benin, il Ghana e il Niger. La popolazione, per la maggior parte agricoltori di sussistenza, vive in condizioni di estrema povertà a causa della scarsità di risorse naturali; le coltivazioni sono spesso insufficienti per la cronica carenza d’acqua e l’aridità del terreno.
L’assistenza sanitaria, fornita da un Ospedale fatiscente. il “CMA di Koupèla” (CMA: Centro Medico con Antenna Chirurgica), con circa 70 posti letto, è totalmente inadeguata. Fino a tutto il 2013 è mancato un servizio di radiologia e gli interventi chirurgici vengono effettuati da una equipe di infermieri specializzati, sia in Chirurgia che in Anestesia, limitandosi all’esecuzione di plastiche per ernie inguinali, idrocele, tagli cesarei e poco altro. Per gli interventi chirurgici di casi più complessi occorre rivolgersi alle strutture ospedaliere della capitale, a circa 150 Km.
Per il numero elevato di incidenti stradali molti sono i traumatizzati che giungono
all’ospedale di Koupèla, dove però non si può neppure eseguire una radiografia. I feriti debbono pertanto essere trasferiti altrove con gravi rischi a causa delle condizioni talvolta molto gravi.
Allo scopo di migliorare l’assistenza alla popolazione l’Associazione "Ospedali in Burkina” ha stipulato una convenzione di collaborazione con l’Ospedale pubblico di Koupèla, approvata dal Ministero della salute del Burkina, con l’impegno di:
- fornire attrezzature mediche e materiale sanitario di consumo;
- promuovere la formazione e l'aggiornamento del personale sanitario del luogo;
- costruire, rinnovare ed adeguare le strutture murarie dell'Ospedale;
- inviare equipes di chirurghi specialisti per lavorare a fianco del personale locale.
Il Dott. Danieli dopo alcune missioni esplorative ed un periodo di collaborazione con il
Dispensario delle Suore Camilliane, nel 2011 inizia la collaborazione con l’Ospedale pubblico di Koupela e anche Tenkodogo, a circa 45 km di distanza. Con il forte sostegno della moglie Marisa vive per circa 6-7 mesi l'anno a Koupela con l'impegno di coordinare l'attività dei vari specialisti (chirurghi ortopedico-traumatologi, chirurghi plastico-ricostruttivi, chirurghi ostetrico-ginecologi, chirurghi vascolari e generali, chirurghi urologi, anestesisti, radiologi ecografisti) che raggiungono Koupela dall'Italia e dalla Francia. Sono tutti medici volontari che mettono gratuitamente a disposizione i loro periodi di ferie per poter dare anche ai più poveri la possibilità di essere adeguatamente curati.
all’incrocio di strade molto trafficate dirette verso il Togo, il Benin, il Ghana e il Niger. La popolazione, per la maggior parte agricoltori di sussistenza, vive in condizioni di estrema povertà a causa della scarsità di risorse naturali; le coltivazioni sono spesso insufficienti per la cronica carenza d’acqua e l’aridità del terreno.
L’assistenza sanitaria, fornita da un Ospedale fatiscente. il “CMA di Koupèla” (CMA: Centro Medico con Antenna Chirurgica), con circa 70 posti letto, è totalmente inadeguata. Fino a tutto il 2013 è mancato un servizio di radiologia e gli interventi chirurgici vengono effettuati da una equipe di infermieri specializzati, sia in Chirurgia che in Anestesia, limitandosi all’esecuzione di plastiche per ernie inguinali, idrocele, tagli cesarei e poco altro. Per gli interventi chirurgici di casi più complessi occorre rivolgersi alle strutture ospedaliere della capitale, a circa 150 Km.
Per il numero elevato di incidenti stradali molti sono i traumatizzati che giungono
all’ospedale di Koupèla, dove però non si può neppure eseguire una radiografia. I feriti debbono pertanto essere trasferiti altrove con gravi rischi a causa delle condizioni talvolta molto gravi.
Allo scopo di migliorare l’assistenza alla popolazione l’Associazione "Ospedali in Burkina” ha stipulato una convenzione di collaborazione con l’Ospedale pubblico di Koupèla, approvata dal Ministero della salute del Burkina, con l’impegno di:
- fornire attrezzature mediche e materiale sanitario di consumo;
- promuovere la formazione e l'aggiornamento del personale sanitario del luogo;
- costruire, rinnovare ed adeguare le strutture murarie dell'Ospedale;
- inviare equipes di chirurghi specialisti per lavorare a fianco del personale locale.
Il Dott. Danieli dopo alcune missioni esplorative ed un periodo di collaborazione con il
Dispensario delle Suore Camilliane, nel 2011 inizia la collaborazione con l’Ospedale pubblico di Koupela e anche Tenkodogo, a circa 45 km di distanza. Con il forte sostegno della moglie Marisa vive per circa 6-7 mesi l'anno a Koupela con l'impegno di coordinare l'attività dei vari specialisti (chirurghi ortopedico-traumatologi, chirurghi plastico-ricostruttivi, chirurghi ostetrico-ginecologi, chirurghi vascolari e generali, chirurghi urologi, anestesisti, radiologi ecografisti) che raggiungono Koupela dall'Italia e dalla Francia. Sono tutti medici volontari che mettono gratuitamente a disposizione i loro periodi di ferie per poter dare anche ai più poveri la possibilità di essere adeguatamente curati.
Come lavoriamo. La missione chirurgica.
La missione dura circa due settimane con arrivo e partenza dei medici nel giorno di sabato, solitamente con Volo AirFrance da Parigi. Dopo un giorno di ambientamento, il lunedi si iniziano le visite ambulatoriali per selezionare i casi operatori da portare in sala già pochi giorni dopo appena espletati, di solito molto velocemente, gli accertamenti preoperatori. I pazienti hanno già avuto una prima selezione nei villaggi da parte delle suore e altri operatori laici (fisioterapisti ad es.) che sono a diretto contatto con la popo- lazione. Numerosi pazienti arrivano a Koupèla da molto lontano e quindi, una volta che hanno accettato l'intervento, rimangono insieme ai parenti nei dintorni dei padiglioni dell'Ospedale dove hanno a disposizione una cucina e servizi igienici per le loro necessità. Mediamente nelle due settimane della missione si riesce ad operare circa 15-20 casi, cioè due o tre al giorno. I tempi di svolgimento sono tutti molto lenti, in perfetto stile africano, per il quale il tempo ha una dimensione tutta particolare.
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Un limite alla possibilità di operare è
certamente la disponibilità di posti-letto, perché il paziente, una volta operato non viene subito rinviato al domicilio appena trascorsi i primi giorni del postoperatorio; si tende invece a trattenere il paziente il più possibile perché in ospedale, oltre al controllo medico quotidiano, vi sono condizioni igieniche nettamente superiori a quelle che possono essere in una capanna, insieme agli animali domestici. Con il caldo le ferite sono più soggette ad infezioni, con il rischio di perdere i vantaggi dell'intervento chirurgico. Quindi non sempre, quando si è conclusa una missione ed arrivano i chirurghi della successiva, i pazienti precedentemente operati sono stati già dimessi, con periodi anche di sovraffollamento e scarsità di posti-letto. Con il nuovo padiglione di degenza, aperto nel gennaio 2013, questi problemi hanno trovato un' adeguata soluzione.
Tutti i giorni, prima di iniziare l'attività chirurgica, ci sono le consultazioni ambulatoriali nei nuovi locali, per medicare i casi cronici, rivalutare pazienti già visti e che ritornano con
accertamenti eseguiti (finora per sottoporsi ad una radiografia i pazienti dovevano recarsi ad un Ospedale a 50 Km di distanza; con la nuova radiologia anche questo problema potrà trovare una soluzione). I pazienti sono in attesa fin dalle prime ore del giorno, e la lista di attesa è costituita dalla fila dei loro "carnet de santè", i libretti disposti ordinatamente per
terra davanti alla porta. Nell'attesa i rapporti sociali sono molto considerati: tutti si parlano, si salutano, chiedono notizie dei loro parenti, si informano dei problemi di salute, condividono i problemi che ci sono. Quando il medico arriva, dà la mano ed il buongiorno a tutti ad uno ad uno, perchè in Africa il saluto ha un ruolo fondamentale nei rapporti; non formale ma con gioia e cordialità.
Gli interventi sono effettuati dai chirurghi specialisti intervenuti con la missione, coadiuvati dagli infermieri-chirurghi (attachè) dell'Ospedale. Anche gli anestesisti sono infermieri autorizzati a queste mansioni: tutto personale che si dedica con molta attenzione a questa opportunità di lavorare con i medici della missione, aumentando piano piano il proprio bagaglio culturale e professionale, perché lo scopo primario della missione chirurgica è proprio di perseguire la crescita professionale del personale sanitario dell'Ospedale.
certamente la disponibilità di posti-letto, perché il paziente, una volta operato non viene subito rinviato al domicilio appena trascorsi i primi giorni del postoperatorio; si tende invece a trattenere il paziente il più possibile perché in ospedale, oltre al controllo medico quotidiano, vi sono condizioni igieniche nettamente superiori a quelle che possono essere in una capanna, insieme agli animali domestici. Con il caldo le ferite sono più soggette ad infezioni, con il rischio di perdere i vantaggi dell'intervento chirurgico. Quindi non sempre, quando si è conclusa una missione ed arrivano i chirurghi della successiva, i pazienti precedentemente operati sono stati già dimessi, con periodi anche di sovraffollamento e scarsità di posti-letto. Con il nuovo padiglione di degenza, aperto nel gennaio 2013, questi problemi hanno trovato un' adeguata soluzione.
Tutti i giorni, prima di iniziare l'attività chirurgica, ci sono le consultazioni ambulatoriali nei nuovi locali, per medicare i casi cronici, rivalutare pazienti già visti e che ritornano con
accertamenti eseguiti (finora per sottoporsi ad una radiografia i pazienti dovevano recarsi ad un Ospedale a 50 Km di distanza; con la nuova radiologia anche questo problema potrà trovare una soluzione). I pazienti sono in attesa fin dalle prime ore del giorno, e la lista di attesa è costituita dalla fila dei loro "carnet de santè", i libretti disposti ordinatamente per
terra davanti alla porta. Nell'attesa i rapporti sociali sono molto considerati: tutti si parlano, si salutano, chiedono notizie dei loro parenti, si informano dei problemi di salute, condividono i problemi che ci sono. Quando il medico arriva, dà la mano ed il buongiorno a tutti ad uno ad uno, perchè in Africa il saluto ha un ruolo fondamentale nei rapporti; non formale ma con gioia e cordialità.
Gli interventi sono effettuati dai chirurghi specialisti intervenuti con la missione, coadiuvati dagli infermieri-chirurghi (attachè) dell'Ospedale. Anche gli anestesisti sono infermieri autorizzati a queste mansioni: tutto personale che si dedica con molta attenzione a questa opportunità di lavorare con i medici della missione, aumentando piano piano il proprio bagaglio culturale e professionale, perché lo scopo primario della missione chirurgica è proprio di perseguire la crescita professionale del personale sanitario dell'Ospedale.
La casa dei volontari
Una casa con 10 posti letto ospita i volontari durante la missione. Sita a quasi 2 Km dall'Ospedale, vicino alla strada che porta a Tenkodogo.
Dotata di tutto quanto occorre per consentire in modo semplice il riposo dopo una lunga giornata di lavoro.
Aria condizionata, telefono fisso con internet, servizi, ecc.
La cucina è affidata alle mani esperte di marisa coadiuvata da Agnes
Dotata di tutto quanto occorre per consentire in modo semplice il riposo dopo una lunga giornata di lavoro.
Aria condizionata, telefono fisso con internet, servizi, ecc.
La cucina è affidata alle mani esperte di marisa coadiuvata da Agnes